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Al corteo Fiom, ma contro il PD

Per diversi motivi sabato 18 prossimo sarò in piazza a Roma con i metalmeccanici della Fiom.

Per uscire dalla crisi attraverso una maggiore dignità sui luoghi di lavoro, certamente.

Perchè il reddito medio in Italia è talmente basso da schiacciare l’economia in ogni suo aspetto, e la scarsità di lavoro e di reddito sono la prima causa di rallentamento per il nostro mercato interno, per la cosidetta ‘economia reale’.

Per 15 anni ci avete cantato l’ideologia della flessibilità permanente.
Ma era il vecchio adagio dello sfruttamento, e quella musica luciferina che accompagnava i vostri canti non ci ha convinto nemmeno per un minuto.

Anche se a suonarla erano gli intellettuale engaged e a cantarla le voci bianche del centro-sinistra, o i cori gialli dei sindacati sempre più corporativi e assenti, nei posti di lavoro, sui luoghi dello sfruttamento selvaggio.

Gli spazi dei contratti atipici e dei cocopro, quelli dell’interinato e dei progetti alla porcodiddio. I milioni di posti di lavoro che hanno sfruttato la flessibilità per ottenere lavoratori sottocosto e in modalità usa-e-getta.

Tutti questi lavoratori che avete preso per il culo, cari compagni, converrebbe ammetterlo, una volta per tutte.

Ora che il decantato partito ‘progressista’ è prossimo all’estinzione – e la crisalide dell’Ulivo sta partorendo una Balena bianca in grande stile, cari compagni, l’avrete notato.

Ora che l’orfanità dai diritti sociali sta degenerando in conflitto – senza nessuno che possa ormai prevederne gli esiti o inquadrarne gli sforzi.

Proprio ora, cari compagni, sarebbe il caso di mettere alla porta i cantori del pensiero debole che hanno avuto tanta boria, in questo ventennio berlusconiano, nel rappresentare la supposta alternativa politica ‘credibile’.

Non sono né credibili né meritevoli. Anzi, del tutto incompetenti.

O complici, che è anche peggio.

fiom

Discussione

  •     Antonio Ferreri   -  

    A parte la FIOM mi sento di dire che altri settori, invece, si sono adeguati ad un sistema di convenienza Personale per il proprio successo o forse per la propria tasca. Non si rendono conto che non solo indeboliscono i loro iscritti, che poi abbandonano delusi e sconcertati, ma anche la struttura che loro rappresentano.
    Alcuni sindacati hanno perso il vero e reale scopo per cui molti hanno dato la loro vita. E noi ora li ripaghiamo cosi.
    I nuovi lavoratori non sanno cosa voglia dire rappresentare il proprio lavoro e la propria dignità di lavoratore aspettandosi che il miracolo appaia. Non sono in grado di capire che il sindacato e partecipazione e condivisione ed aiuto reciproco. Individualismo e competizione spietata per raggiungere traguardi, neanche riconosciuti nel salario, per essere identificati come capi e sentirsi superiori ad altri. Questo sta diventando il mondo del lavoro. Senza Ideali ed Amor Proprio
    UN SALUTO E GRAZIE per lo SFOGO.

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