Esaurimento nervoso e altre storie
Matto, squilibrato, senza riguardo per la decenza.
Che si traduce in ‘solo’, senza mediazione e senza lunghe attese.
Il vocabolario comune dei folli salta gli avverbi edulcorati,
traduce in un lampo la sintassi più manichea in parole da scriversi a chiare lettere.
Sentenze sputate senza nessuna pietà, diciamolo chiaro e tondo, come pallottole all’uranio impoverito.
Eppure capita che l’esaurimento nervoso – oggettivo, senza appello – si accompagna amabilmente con il crollo di tutto.
Tutti i ‘punti fermi’ che in qualche modo tenevano in piedi la struttura dell'”io”, prima che questa iniziasse a precipitare su se stessa, traballano e crollano sotto i colpi dell’anima che vibra.
Persone, rapporti, abitudini. Tutto frana nel fracasso del crollo interiore,
anche se un gelido silenzio inizia ad avvolgere le tue giornate.
La solitudine, insomma, che torna prepotente
(si nasce e si muore soli, per lo più).
Tristissimo esito o male minore?
Non ci è dato saperlo, tanto non dipende dalla nostra volontà di ‘esauriti’.
E mi sembra proprio che la spirale esaurimento-solitudine-tristezza sia uno scivolo ben oliato verso il fondo del barile, per l’anima che va disperdendosi.
Mai che si trovi uno stronzo disposto a lanciarti una fune, mentre ti vede affondare nel gorgo;
non uno capace di sprecare un sorriso, scambiare due parole quando è già tardi.
Ne rimane davvero poco dell’energia spesa negli anni per tante belle persone,
quando credevi che si vivesse mano nella mano, insieme.
Ma se l’esaurito sei tu la mano si apre e si unge d’olio, nessuno sconto per bambini o militari.
Il prezzo delle persone è ‘tutto te stesso’, se va bene, e ‘tutto te stesso’ anche se va male.
Ma lontano di qui, lontano da tutti, perchè non puoi perdere un colpo che già diventi un peso.
I pezzi difettosi vanno sostituiti.
Poi sarei io il cinico, quello che ha sempre avuto un orecchio per la tua storia.
Sono certamente io l’easaurito, il matto fuori dagli schemi.
Eppure state tutti abbastanza stretti in quegli schemi, cosa vi impedisce di pensarla diversamente?
🙂
Singulti da matto, sempre meno comprensibili, sempre meno ascoltati, quasi soppressi dall’autocensura.
Nell’indifferenza generale tutti hanno deciso coralmente di mandarmi a fare in culo,
ciascuno per sue proprie e nobili ragioni, sia ben chiaro.
Ma la sincronicità degli abbandoni è devastante, mi lacera, mi scuote;
e non posso farci nulla se anche il resto del corpo decide di scioperare.
In compenso il cuore va sgretolandosi pezzettino per pezzettino;
ricominciano le crisi di pianto isterico e la macabra danza riparte puntuale.
Il silenzio; l’unica carta che ho per non farmi scoprire è rimanermene zitto e fermo come una statua di cera.
Piangere ‘dentro’ scava moltissimo, ma almeno puoi farlo senza che nessun cojone venga a sputare la sua psicologia da 4 lire
– gente che non ha campato un giorno in vita sua, che prende parola come se si trattasse di una conferenza ad invito.
Bah, sicuramente hanno ragione gli altri, ma di pietà nemmeno a parlarne.
Per non parlare del senso di autocritica – doveroso se ti arroghi il diritto di discettare sugli equilibri mentali altrui.
Ho stupito moltissimi di voi, per intere serate. E troppi ‘libri di storia’ ho letto, lo sapete bene.
Davvero credete di potermi dare del matto con tanta disinvoltura?
Beati voi, che avete equilibrio e salute.
Sicuramente starete di gran lunga meglio senza le mie bestemmie e i miei deliri, merce rara che non posso vendere separatamente dal mio affetto più totale.
Ma in generale si tratta di roba in via di esaurimento, non state lì a preoccuparvi troppo…